Dal 1907 l’arte dei fiori : il chiosco di Giovanni Estate
di Arnaldo Capezzuto
“Il Chioschetto dal 1907 – piante e fiori” è la scritta impressa sulla rivendita di fiori a piazza Vanvitelli gestita da Rita Donzelli e Giovanni Estate (nella foto in alto). Non è un semplice chioschetto ma è il luogo della memoria del quartiere Vomero. E’ sorto all’inizio del secolo scorso quando piazza Vanvitelli ancora non esisteva. Attorno ad esso nei decenni è cresciuta e si è sviluppata quella città nella città che è oggi il quartiere collinare. Il ‘Chioschetto’ è diventato simbolo collettivo di appartenenza per intere generazioni di residenti, è il monumento dei vomeresi. Ha resistito alle bombe dei conflitti bellici, al colera, ai terremoti alle non rare emergenze che ciclicamente aggrediscono la città. La struttura come raccontano i titolari è quella originale fondata dai loro avi. I piccoli aggiusti e gli interventi di manutenzione sono stati apportati senza modificare nulla . “Questo ‘Chioschetto’ ha una grande storia – spiega piena di orgoglio Rita Donzelli, discendente di un’antica famiglia di fiorai del Vomero che hanno dato vita nel lontano 1907 alla struttura – tutto lo si deve ad un mio bisnonno quando non lavorava come giardiniere prendeva il carrettino, lo caricava di fiori che raccoglieva nei terreni agricoli dei Camaldoli, e li vendeva”. Atmosfere, vissuti, storie che appartengono al bianco e nero di un’altra Napoli che attraverso il ‘Chioschetto’ rivivono nella memoria di tutti. “Non molto tempo fa mi è capitato di conoscere un signore molto anziano – racconta Giovanni Estate – che restava ore e ore seduto su di una panchina e guardava il nostro ‘Chioschetto’. Commosso un giorno mi ha confidato che guardando i fiori si ricordava di quando sua madre nel lontano 1947 venne al ‘Chioschetto’ con lui giovanotto per comporre il bouquet di fiori da offrire alla futura nuora. Mi è venuta la pelle d’oca a sentire quelle parole”. “Ho recuperato delle foto cimelio di quando la squadra del Napoli disputava le partite del campionato allo stadio Littorio (attuale Collana) – siamo sul finire degli anni ’30 spiega Estate- c’era l’usanza che prima dell’incontro di calcio sul prato di gioco faceva il suo ingresso l’asino, simbolo del Napoli, bordato di azzurro e addobbato con i fiori freschi forniti dal ‘Chioschetto’”. Ad aiutare Rita e Giovanni c’è anche Davide, il loro figlio. “Il bisnonno di mia moglie – continua Giovanni – lavorava come giardiniere nella villa Diaz di via Tasso presso alcuni nobili partenopei che riconoscenti del suo lavoro gli cedettero lo spazio e l’occupazione di suolo dove poi è sorto il ‘Chioschetto’”. “Nel 1907 ufficialmente cominciò la vendita di fiori e piante – aggiunge – che continua oggi ininterrottamente negli anni. Era l’unico fioraio del quartiere collinare. Siamo alla quinta generazione e siamo orgogliosi di continuare questa tradizione così importante che ci regala quotidianamente l’affetto e la vicinanza dei residente del quartiere”. “Senza dubbio questa è una delle attività commerciali – sottolinea – tra le più antiche del Vomero e penso anche di Napoli”. Il cognome di Giovanni evoca una vicenda tragica. Suo fratello Maurizio il 17 maggio del 1993 con coraggio ed eroismo mentre lavorava nell’autolavaggio insieme al padre in largo Vetriera a Chiaia difese un cliente vittima di uno scippo. Il clan lo punì inviando un baby killer che lo uccise. Maurizio fu trucidato alla vigilia del suo matrimonio. Per quel gesto di grande altruismo il presidente della Repubblica gli conferì alla memoria la medaglia d’oro al valore civile. Giovanni è molto attivo e ogni giorno combatte affinché la memoria del gesto di Maurizio resti viva nella coscienza della città. Un prodigarsi che è al servizio della città. Giovanni insieme a sua moglie ha inventato l’adozione degli spazi verdi cittadini. Ad esempio la manutenzione delle aiuole di piazza Vanvitelli sono curate proprio dal ‘Chioschetto’. “Come mio fratello sento molto – riflette -l’appartenenza alla città. I cittadini devo impegnarsi e non aspettare che le cose cambino da sole ma essere protagonisti dei cambiamenti. Provvedere ad abbellire, curare e svolgere la manutenzione di queste aiuole è per noi del ‘Chioschetto’ un onore e un piccolo contributo che diamo non solo al nostro quartiere ma a Napoli”.
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