I NUOVI MAGISTRATI ASPETTANO L’ASSUNZIONE
La pubblica amministrazione in Italia continua a fare brutti scherzi o meglio a non trovare una linearità per rispondere ai fabbisogni della società. è di questi giorni, infatti, un paradosso appreso dalle cronache giornalistiche che lascia davvero ammutoliti. Sappiamo che il concorso per acquisire il ruolo di magistrato è qualcosa di particolarmente ambito dai laureati in giurisprudenza, ma è caratterizzato da un percorso difficile ed estenuante. Ogni qualvolta che viene bandito un concorso nello specifico si scrivono ad esso tantissimi ragazzi e ragazze. Dobbiamo sapere che ci sono ben n. 251 vincitori di concorso – tra i quali circa dieci ragazzi e ragazze residenti al Vomero – bandito il 31 maggio del 2017, che ancora non hanno preso servizio, nonostante la forte e più volte denunciata carenza negli organici di moltissimi tribunali, lungo la nostra penisola. Ebbene dopo le prove scritte ed orali, quest’ultime completate nel maggio del 2019, i nuovi magistrati attendono ancora per iniziare a lavorare. Mai possibile: qualcuno si chiederà? Si. È proprio così. Una storia tutta italiana. Vengo ai fatti. Il 24 luglio del 2019 il Consiglio Superiore della Magistratura pubblica la graduatoria dei 251 magistrati che attendono di iniziare il tirocinio della durata di un anno e mezzo. Per una questione specifica che riguarda uno dei 251 vincitori il Plenum di Palazzo dei Marescialli si prende del tempo per risolvere la vicenda. Solo lo scorso 16 ottobre, complice anche il terremoto avvenuto in seno al CSM, la graduatoria è definitiva. A questo punto, risolta la vicenda, non si comprende perché il Ministero della Giustizia non ha ancora licenziato il decreto di nomina. Ma forse il problema della mancata pubblicazione della graduatoria definitiva, riguarda un altro aspetto che vale la pena menzionare. Lo scorso 31 ottobre nella legge di Bilancio sono stati postati circa 200 milioni di euro, finalizzati all’assunzione di 250 nuovi magistrati vincitori di concorso e per le relative progressioni di carriera, a partire dal 2020 e fino al 2029. Quindi, a fine ottobre sono stati trovati i soldi per iniziare a far lavorare (non si sa ancora quando) magistrati che lo Stato avrebbe potuto mettere in attività già a fine estate.Probabilmente c’è qualcosa che non torna per il “sistema Italia”. È assurdo che non si riescono a mantenere le promesse, generando così un forte malcontento tra i vincitori di concorso che non possono entrare in servizio, con una giustizia che reclama ogni giorno una carenza negli organici a partire dalla mancanza di magistrati. Sarà, allora, che la mano destra non conosce cosa fa la sinistra!
Nicola Campoli
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