Napoli, rimpianti e certezze
Si sa, le parole sono armi. Letali, forse, sono state quelle del patron azzurro nel post-gara di Madrid. Il giorno tanto atteso era arrivato ed a tratti i ragazzi del Comandante non avevano neanche sfigurato, andando in vantaggio con una splendida azione corale. La gara termina poi sul 3-1 che interrompe una striscia positiva di oltre 3 mesi. Ma come spesso accade, l’attenzione va a focalizzarsi su altro, ed in questa occasione è stato lo stesso presidente De Laurentiis ad alzare un bel polverone difficile da spazzar via con parole piuttosto mirate al Comandante. Lamentele e rammarico per Adl, che critica la mancata e più volte nominata cazzimma, a detta sua dimostrata solo dal 24 azzurro Insigne e del mancato utilizzo di pedine nuove acquistate dal mercato.
Ma poi, si bada al sodo, la parola va al campo, alla partita di Verona lato clivense, con una partita quasi impeccabile che si chiude con un netto 1-3, risposta da squadra vera che da il via al Tour de Force di 4 gare che decideranno, forse, la stagione. Dapprima il campionato, contro l’Atalanta di Gasperini artefice di una stagione pazzesca. Il risultato è di 0-2, i nerazzurri portano a casa 3 punti d’oro grazie alla doppietta del giovane Caldara, che li avvicinano ancor più agli stessi azzurri in zona Champions, follia invece, da parte del Napoli che spreca un occasione ghiotta per mettere pressione alla Roma. Sfortuna azzurra con due traverse e cinismo Atalantino, che ancora una volta ravviva la tesi dell’inesperienza nelle partite che contano. Filotto decisivo che inizia quindi male per gli azzurri, nonostante i cambi di modulo a partita in corso, e l’ingresso delle pedine tanto richieste. Da qui altre 3 gare in 10 giorni, dalla Coppa italia alla Champions. La mente quindi va alla gara di Torino. Altra beffa. Altra sconfitta. Ancora un 3-1 a sfavore, per gli azzurri che però non vedono, come giusto che sia, l’obiettivo sfumato, in vista del ritorno nella bolgia del San Paolo. Anche stavolta vantaggio azzurro, solito asse Insigne con taglio di Callejon, che come ad ottobre, parte da dietro e insacca; Decimo centro stagionale per lo spagnolo e goal fuori casa che vale oro. Al termine dei primi 45′ è 0-1, ma nella ripresa mossa tattica di Allegri che cambia assetto, si predispone con l’ormai solito 4-2-3-1 con l’innesto di Cuadrado, che scardina gli equilibri del Comandante. D’ora in poi, l’inizio delle polemiche. Pronti via e rigore su Dybala, netto con un tocco di Koulibaly ai danni dell’argentino che poi trasforma. Passano 15′ e su un’uscita a vuoto di Reina, a mettere il pallore in rete ci pensa l’ex Higuain, a segno per la seconda volta consecutiva contro gli azzurri. La tensione della gara va però ad accentrarsi al minuto 68 quando su calcio d’angolo a favore degli azzurri, va giù Albiol, nella morsa Bonucci-Pjanic, per l’arbitro non c’è nulla e sul ribaltamento di fronte, 1vs1 Cuadrado-Reina con il colombiano che viene atterrato dopo un tocco dapprima sul pallone del portiere azzurro che però non esclude la disponibilità della palla. Per Valeri è calcio di rigore, inutili le proteste accese degli uomini di Sarri. Trasformazione ancora di Dybala a gara che termina così. 3-1 al termine di un match ricco di episodi. Nel postpartita stop temporaneo del silenzio stampa azzurro con lo stesso Reina ed il Ds azzurro Giuntoli che ai microfoni Rai recriminano un arbitraggio a sfavore. Dalle polemiche forse è giusto fare un’analisi, tuttavia il dato che deve far riflettere è un altro: Zero, i tiri nello specchio bianconero nella ripresa. Troppo poco per il migliore attacco della Serie A, come poche sono le attenzioni della linea difensiva azzurra, nei rigori concessi da rimessa laterale bianconera, e calcio d’angolo a favore. Ancora troppo poco per una squadra che vanta, a detta di tutti, forse il miglior gioco del panorama nazionale. Sabato c’è la Roma, e gli azzurri non possono sbagliare ancora per non perdere di vista gli obiettivi. Gara dopo gara, prima i giallorossi, poi a caccia della qualificazione in UCL, con la consapevolezza di essere una squadra dai mille valori, ma con forse ancora un pizzico di inesperienza, e quella non può mancare, non se vuoi puntare a traguardi importanti. Dalle ultime due gare adesso il Comandante trae fuori le sue certezze, come il ritorno di Milik , e l’inserimento ormai completo di Marko Rog, forse il migliore in campo per gli azzurri a Torino, e i suoi rimpianti, il cinismo in testa alla lista.
Allora che si guardi in casa propria, avanti con il Maestro, le sue idee, la sua filosofia, i giovani, le certezze, i rimpianti, il progetto e con la giusta dose di cazzimma , esattamente quella che forse è davvero mancata al Napoli nelle ultime uscite, propriamente quella di chi ancora adesso, dimostra di non essere una grande squadra.
Mattia Allinoro
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